Lei era “un’alicetta, magrissima, e lui un gigante, un ragazzone”. Così Eleonora Daniele ha iniziato a narrare dello splendido rapporto che la legava al fratello maggiore Luigi e dell’infanzia trascorsa fianco al fianco. Si è aperta su questo delicatissimo argomento nel corso di una fresca intervista rilasciata al Corriere della Sera.
La giornalista e presentatrice televisiva, padrona di casa del format Storie Italiane, con coraggio e dedizione ha pubblicato con Mondadori un libro intitolato Quando ti guardo negli occhi – Storia di Luigi, mio fratello. La storia non solo di lui, ma anche di lei e della sofferenza di averlo perduto per sempre. Era maggio del 2015.
Eleonora Daniele, il dramma della morte del fratello
Luigi Daniele soffriva di autismo ed è venuto a mancare ala giovane età di 44 anni. Nella sua opera Eleonora ha raccontato il senso di colpa che provava nei suoi confronti: “Perché non io?”, si è sempre domandata con amorevolezza e compassione. Insieme erano una coppia indivisibile, lei lo conosceva meglio di chiunque e i suoi genitori sono stati “straordinari”. Pensare che Luigi non ha mai parlato nella vita, ma ha lasciato tanto.
“Nessuno sapeva cosa pensasse. Non ha mai parlato. Ho imparato a capire se aveva sete o voleva un gelato alla fragola. Non sempre indovinavo. Ho due sorelle più grandi, lui aveva 6 anni più di me, i miei lavoravano e da piccola ero quella che stava più con lui. Ero la sua cocca e non lui il mio. Perciò, nei suoi silenzi, a stare in ascolto. È dura parlarne, i ricordi affiorano e non sono pronta”, ha esordito nell’intervista con il quotidiano.
Il presente di Eleonora Daniele è così anche grazie a lui: “Aveva momenti di gioia ed euforia in cui ti faceva volare. Lui mi ha insegnato a capire quell’universo, come se mi avesse regalato un talento che poi ho usato per raccontare storie in tv, ho raccontato tanti casi di fragilità”. Poi i momenti più bui: “La fase più difficile è stata con l’adolescenza. Diventava aggressivo, contro se stesso o gli altri. Sono cresciuta con lui che, se nel suo animo accadeva qualcosa, mi poteva pure picchiare, tirare i capelli, poteva farlo con me, con chi c’era”.
“Non si sono mai vergognati”, ha spiegato sui genitori. E ancora: “Non era scontato. Non hanno mai nascosto Luigi, vivevamo a Saonara vicino a Padova, lui frequentava la salumeria di famiglia anche se, nel bel mezzo di una crisi, poteva rovesciare uno scaffale di sottaceti. Il vantaggio del paese è che è una famiglia allargata, invece, nelle città, nel chiuso degli appartamenti, quella rete sociale manca”. Un discorso molto importante.
Poi, intorno ai vent’anni, Luigi è dovuto inevitabilmente andare in un istituto ed Eleonora soffriva. “Fummo obbligati, papà era invecchiato e non riusciva a tenerlo durante le crisi. Avevo 14 anni e ho pensato solo a diventare indipendente per andare a riprendermelo. Poi l’istituto è diventato casa sua. Piangevo quando lo riportavo la domenica sera, ma lui sorrideva. Ho dovuto accettare che tenerlo con me era egoistico”, ha spiegato saggiamente. Spesso è necessario andare oltre le proprie emozioni per il bene di qualcun altro.
Sicuramente questa è una Eleonora Daniele inedita, che si è lasciata andare ad un racconto intimo e delicato e lo ha voluto condividere col suo pubblico nella speranza di essere d’aiuto a chi ha vissuto, o vive, situazioni similari alla sua. Nel 2009 lei e le sue sorelle Elena e Cosetta hanno fondato l’Associazione Life Inside Onlus, per le famiglie come la loro. La conduttrice è anche stata testimonial della Fondazione Italiana per l’Autismo.
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