Si è aperta completamente e senza filtri attraverso un libro che raccoglie tutte le lettere che ha destinato a se stessa. Serena a tutti i costi – Lettere di una vita mai inviate. Titolo che, da un alto, lascia uno spiraglio per la speranza, dall’altro, racchiude rimorsi, ferite ancora dolorose. L’autobiografia di Serena Grandi è cruda verità. Amori finiti, rimpianti, un corpo nel quale non si riconosce più con cui però ha combattuto contro un tumore.
Quelle lettere si rivolgono a diverse Serena Grandi, quella 12enne che è sbocciata precocemente e non sa che farsene di quel décolleté fin troppo importante per la sua età. Quella che due anni dopo ha perso la verginità con una persona col doppio dei suoi anni, che è nata a Bologna in una di quelle “abitazioni che prendevano il nome di trappoli”. La diva, la fedele devota, colei alla quale segretamente Pino Daniele ha dedicato Mal di te. Le storie sono numerose. Come due dolori che porta addosso: il tumore e il rimorso per la chirurgia plastica.
Serena Grandi, il rimorso per la chirurgia plastica
“Non siamo più la coppia inossidabile di una volta. Questo mio corpo ora è martoriato per colpa della chirurgia estetica e della malasanità. Questo corpo che non riesco più a vedere riflesso in uno specchio, tanto da avere eliminato tutte le superfici riflettenti ogni dove”, si legge in una delle lettere di Serena a tutti i costi – Lettere di una vita mai inviate. Triste realtà con cui Serena Grandi si deve interfacciare sempre, giorno dopo giorno. Non è dovuta solamente ai ritocchi estetici di cui si è pentita amaramente, ma anche a un tumore al seno.
Ora il male è passato, ma le cicatrici restano. Fortunatamente per lei c’è sempre suo figlio Edoardo, venuto al mondo nel 1989 durante il matrimonio con l’antiquario Beppe Ercole (1938-2010), durato dal 1989 al 1998. I suoi amori non li dimentica, ma dalle delusioni sentimentali ha creato un motto: “I fiori appassiscono, i gioielli restano, anche quando gli uomini vanno. Da romagnola se non facevo l’amore due volte al giorno mi veniva il mal di testa. Mi sono sempre piaciuti gli uomini belli, maledetti e stron*i”, come si legge ancora nel suo libro.
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