L’abile penna di TPI Riccardo Bocca, nonché ex caporedattore de l’Espresso e vicedirettore di Sky Tg24, ha pubblicato una lunga video-lettera contro Barbara D’Urso. Ormai ne parlano tutti i giornali da tempo, la regina di Cologno Monzese rischia di perdere il potere che finora si era aggiudicata a Mediaset. Il recente calo di ascolti potrebbe portarla a dover rinunciare alle sue trasmissioni.
Le tante indiscrezioni vedrebbero il tramonto definitivo di Live Non è la D’Urso e di Domenica Live (quest’ultima è stata sempre stracciata dalla Domenica In di Mara Venier). Pomeriggio Cinque, di conseguenza, potrebbe diventare l’unica speranza per Barbara D’Urso. Con la sua pungente pubblicazione Riccardo Bocca non ha voluto porsi freni e ha preferito affondare il coltello nella piaga.
Barbara D’Urso, la pesante critica di Riccardo Bocca
“Carissima Barbara D’Urso le invio questa video-lettera perché nell’arco dell’ultima stagione ha subìto una tele-mutazione genetica straordinaria: è passata dall’essere il Robocop degli ascolti felici Mediaset a personaggio ingombrante a cui togliere spazi. Prima furoreggiava con l’appuntamento serale di Live – Non è la D’Urso, dopodiché il suo editore ha deciso di toglierle microfono e telecamere”, ha esordito nella sua video-lettera Riccardo Bocca senza lasciare scampo alla presentatrice televisiva partenopea.
Il giornalista ha poi continuato spiegando: “Stesso esito che le cronache specializzate danno adesso per scontato per Domenica Live, traumatizzata dalla concorrenza di Rai 1 dell’acchiappa-share Mara Venier. Succede. Può capitare a chi per mestiere naviga in tv di affondare con la propria corazzata. E però, cara Barbara D’Urso, questa volta non è come le tante altre volte perché lei è il personaggio simbolo di un modo amaramente specifico di stare in video, ovvero quello che viene catalogato come ‘super-trash'”.
“Un fantasmagorico accrocco fatto di gossip, cronache pop-vip, dolori assortiti di ogni genere e intensità e (a fine menù, come dolce) affettuosità garantite per i leader politici, accarezzati in studio con la confidenza del ‘tu’. Ingredienti che avvelenano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, il pozzo della decenza pubblica e che riescono anche a confondere il senso della realtà nelle persone più fragili. Ma, attenzione erano anche strumenti necessari e funzionanti per costruire ascolti”, ha concluso.
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