Gli agenti della sezione di Polizia giudiziaria di Fiumicino stanno indagando sullo smercio di notevoli quantitativi di Gbl: la cosiddetta ‘droga dello stupro’, in grado di cancellare ricordi e di inibire la volontà. Rintracciando un pacco sospetto in aeroporto, e poi pedinando il corriere, si sono trovati a citofonare a casa di Claudia Rivelli, la sorella di Ornella Muti.
Incredibile crederci, eppure è successo davvero. Gli agenti hanno visto arrivare il pacco incriminato presso un lussuoso condominio situato in via della Camilluccia a Roma, trovandosi poi faccia a faccia con Claudia Rivelli. Quest’ultima ha spiegato che un flacone apparteneva a lei, mentre l’altro lo avrebbe dovuto spedire in Inghilterra dal figlio. Inoltre ne è stato trovato un altro imballato sul divano. Dopo tale affermazione, è stata arrestata e ha trascorso la notte in cella.
Claudia Rivelli, arrestata la sorella di Ornella Muti
Dopo aver passato la nottata in cella di sicurezza, la sorella più nota di Ornella Muti si è recata al Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio per l’udienza di convalida d’arresto e, di fronte al giudice Valentini, ha dichiarato: “La uso per pulire l’auto di mio figlio e per lucidare l’argenteria. Per me è una specie di acquaragia. Me l’ha fatta scoprire mia madre, che la utilizzava da vari anni. Prima di morire aveva chiesto a mio figlio di ordinarla su internet, ma invece di un flacone ne sono arrivati due. Ha pagato lui, io non sono pratica”, parole che non hanno minimamente convinto i presenti in aula.
Prima di essere consegnato a casa di Claudia Rivelli, il pacco di Gbl era arrivato in quella dove abitava la mamma (la scultrice Ilse Renate Krause, scomparsa a 91 anni lo scorso ottobre). “Lei ci vuole dire che usava la droga per fare le pulizie di casa?”, ha chiesto la giudice e l’incriminata ha risposto con convinzione.
“Certo. Per me era un detergente. Altrimenti una madre, sapendo che era droga, non l’avrebbe spedito al figlio. E il mio non fa uso di stupefacenti”. Il giudice ha convalidato l’arresto, senza nessuna misura cautelare, fissando a febbraio la prima udienza del processo.
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