La notizia del netto coming out di Gabriel Garko di fronte alle telecamere del Grande Fratello Vip, avvenuta lo scorso ottobre, è ancora impressa nelle menti dei fan, e soprattutto delle fan. Inizialmente sottotono, malgrado fosse in diretta nazionale, il suo grido rivelatorio si è poi fatto più intenso da Silvia Toffanin, a Verissimo.
A pieno titolo all’interno della comunità Lgbt, dunque, il tenebroso attore ha deciso di concedersi un piccolo momento di riflessione, per constatare l’andamento della sua quotidianità, ovviamente in ambito sentimentale. Adesso che la sua omosessualità può vivere alla luce del sole, dunque Gabriel Garko non può esimersi dal prendere in esame i cambiamenti che, a sei mesi di distanza dalla sua confessione, sono avvenuti.
Gabriel Garko, la situazione dopo il coming out
Grazie alle pagine del settimanale Chi l’attore si è lasciato andare in una lunga intervista, colma di particolari dettagliati circa le sfere privata e professionale. Sebbene da essa siano fuoriuscite delle ottime notizie sul fronte lavorativo, da quello emotivo non ha trattenuto l’esistenza di difficoltà.
“Il giorno dopo il mio coming out avevo paura ad uscire di casa, mi sentivo nudo, invece sono stato accolto da un calore mai avvertito prima, c’è gente che ancora oggi mi ringrazia di averle dato la forza ed il coraggio di replicare il mio percorso e altra che, da quel momento, mi apprezza ancora di più”.
“Sto vagliando diverse proposte – ha continuato Gabriel Garko parlando delle buone notizie sul laovoro – ed a breve inizieranno le riprese di un film dove reciterò al fianco di Nicolas Cage, Eric Roberts e John Malkovich. I cliché che un attore omosessuale smetta di lavorare non hanno più motivo di esistere”.
Cosa dire riguardo alla vita relazionale del bell’attore? Gabriel Garko, sebbene sia molto più sereno di quanto non fosse sei mesi fa, e per gran parte del periodo precedente, non ha nascosto le sue difficoltà. “Ora sono single, da quando mi sono dichiarato faccio molta più fatica ad acchiappare”.
Gabriel si è poi lasciato andare in una arguta osservazione in merito al gesto del coming out. “I miei colleghi che non fanno coming out? Qua non si tratta di coraggio ma di serenità. Nessuno deve sentirsi obbligato a farlo solo perché qualcuno da fuori lo pretende a gran voce. Siamo tutti contro la violenza e poi, chissà perché, siamo i primi a violentare l’interiorità di un individuo. Non dichiararsi non deve essere una colpa e fare coming out deve venirti da dentro. Io, nonostante non avessi mai parlato della mia sessualità, l’ho sempre vissuta serenamente in famiglia da quando avevo 17 anni”.
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