Ci sono tantissimi modi per essere ripresi dalle telecamere ed entrare almeno una volta nella propria vita nelle case degli italiani attraverso il potente mezzo della televisione. Di tutte le alternative possibili, c’è qualcuno che ne ha scelta una davvero singolare.Ed è l’ormai famosissimo Niki Giusino.
Ha raccontato la sua storia al programma di Italia Uno Buoni o Cattivi, rivelando aspetti della sua vita quotidiana che non tutti conoscevano. “Per vivere faccio l’umile lavoro dell’operaio, se si può dire, il rider che fa le consegne”, ha chiarito Niki Giusino che sarebbe eccessivo definire disturbatore televisivo. Al massimo, presenzialista, incursore televisivo. E forse molti di noi ricorderanno la sua aggressione nel 2020, a Roma, quando era intervenuto a difendere due ragazzi omosessuali inseguiti a colpi di insulti da tre adolescenti.
Niki Giusino, chi è il ‘disturbatore’ televisivo: quanti anni ha, cosa fa
Niki Giusino, nato nel 1995, si è autodefinito “disturbatore televisivo per antonomasia”. Proprio così, è suo il volto che così spesso spunta davanti alle telecamere di servizi televisivi, alle spalle di inviati o di politici. “Sono come un falco, punto le telecamere e una volta che le ho viste parto”. Il 2010 è stato l’anno della sua prima apparizione in Tv, ai funerali dell’ex presidente della REpubblica, Francesco Cossiga. E da quel momento fino ad oggi sono più di 20mila le sue incursioni davanti alle telecamere.
“Arrivo sul posto prima dei giornalisti, sono stato ai più grandi processi degli ultimi anni”. Niki Giusino ha confessato, sempre nell’intervista a Buoni o Cattivi, che per lui il puntino rosso della diretta è come una dipendenza, uno stimolo a cui non può e non sa rinunciare. Anche se le persone lo riconoscono, il disturbatore seriale non si definisce famoso perché, come lui stesso ha confessato: “Questa è fama autocoltivata”.
Naturalmente Niki Giusino negli anni ha imparato a riconoscere a chi può avvicinarsi e a chi no, e si è confessato attirato dai giornalisti impazienti e nervosi, quelli che egli stesso dha definito “nevrotici”. Questo perché Niki non si è mai scoraggiato davanti a chi non si mostra ben disposto davanti alle sue ormai ben note incursioni, forse ricordando sempre il motto “Bene o male, l’importante è che se ne parli”.
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