Non una parola di più, né una di meno, nella tecnica comunicativa di Vittorio Sgarbi, sindaco della nobile città di Sutri e attuale candidato a primo cittadino per Roma Capitale, nelle imminenti e già posticipate elezioni amministrative. La sua condizione di salute al momento, non è tra le migliori.
Inizialmente rivelato durante una diretta Facebook, e poi confermato ai microfoni della trasmissione radiofonica de La Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani, Vittorio Sgarbi ha dichiarato di aver ricevuto la diagnosi di un “Cancro alle pa***” dal quale, ha detto, “Non ne sono ancora uscito”.
“Basta retorica sui medici. Il medico deve stare in ospedale, cura i malati che ci sono. Se poi trascura i malati di cancro è già un medico che mi sta sul cazzo. Non c’è solo il Covid al mondo. Io ho avuto il Covid e ne sono uscito, e ho un cancro alle pa*** e non ne sono ancora uscito. Certo che li ringraziamo i medici, ma per tutte le malattie”.
Dopo le parole esternate via social, Vittorio Sgarbi è stato contattato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ai quali ha sostanzialmente confermato quanto già sancito privatamente. “Il mio medico, Mario Pepe, mi ha fatto delle analisi e mi ha detto che ho gli anticorpi, e che probabilmente ho avuto il Coronavirus a dicembre. Dunque ho gli anticorpi, non devo fare il vaccino per sei mesi e sono perfettamente a posto. Sono stato asintomatico senza saperlo”.
Rispetto al tumore ai testicoli ha aggiunto: “Ho fatto delle analisi per la prostata. Ho un problema, cerchiamo di resistere. C’è un ingrossamento, c’è qualcosa che stanno analizzando. Non ho avuto metastasi di nessun tipo e la cosa è circoscritta. Cerchiamo di salvare l’erezione, sono abbastanza seguito”.
“Ma quando me lo hanno detto ho reagito con grande serenità ed erano tutti sorpresi. Per ora l’attività urinaria e di erezione è regolare. L’unica cosa che ho da qualche anno è che cago sette, otto volte al giorno. E non ho mai trovato il modo di mitigare questa cosa, ma è l’unica condizione di limitazione alla mia libertà assoluta”.
Una dialettica, insomma, che non si discosta da quella tradizionalmente attribuibile e riconducibile alla figura di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte, come di consueto, ha esternato i propri pareri sulla propria condizione di salute con gli stessi toni utilizzati per i commenti artistici o le critiche politico-sociali. Tra il serioso e l’ilare.
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