“Grave, stop”. Si mette male per il conduttore dopo le parole choc e le polemiche

La Rai ora starebbe pensando di sospendere Filippo Facci dall’incarico che gli era stato assegnato ancor prima di iniziare a lavorare a Rai 2. È in corso una protesta messa in atto dalla stragrande degli utenti sul web, come da più colleghi giornalisti. Il suo commento sulla giovane che ha denunciato Lorenzo Apache La Russa, figlio minore del presidente del Senato Ignazio La Russa, per violenza sessuale sono pessime.

Avrebbe dovuto condurre una nuova trasmissione su Rai 2, che avrebbe anticipato il Telegiornale, che si sarebbe chiamata I Facci vostri, ma adesso è tutto naturalmente incerto viste le affermazioni su Lorenzo Aphace La Russa e la ragazza che lo ha denunciato per violenza sessuale. Filippo Facci è seriamente nei guai, come si legge su La Repubblica Il responsabile Informazione del Pd, Sandro Ruotolo è intervenuto.

rai caso facci


Scoppia il caso alla Rai: polemiche e dubbi dopo le parole di Filippo Facci

“Conviene alla Rai, al servizio pubblico, affidare un programma a Filippo Facci” che su Libero parla della vittima come di “una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina, prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?”, ha denunciato Sandro Ruotolo poche ore dopo aver letto l’articolo dell’ormai forse-conduttore di Rai 2.

“E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista”, ha aggiunto il giornalista napoletano. Facci dal canto suo non è tornato sui suoi passi, dicendo che avrebbe scritto l’articolo, che era “equilibrato ed equanime”.

Non avrebbe riscritto la frase citata solo perché avrebbe reso fraintendibile tutto l’articolo. “Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto, che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintèndere un intero articolo. La professionalità, l’orgoglio personale poi”, ha detto all’Ansa. Per lui si parla di polemica “costruita sul nulla”, che sarebbe arrivata comunque per via del suo ingaggio a Rai 2.

Carlo Calenda su Twitter lo ha definito un “troglodita che in ogni altro paese europeo dopo aver scritto questa roba, non scriverebbe più neppure sul giornale condominiale. Etica, decenza, buongusto questi sconosciuti”. Il capogruppo M5s, Dario Carotenuto, in commissione Vigilanza Rai, ha definito i modi del giornalista “un disservizio pubblico, lontano da ciò che dovremmo offrire agli italiani”, e tanti d’accordo.

“Leggo che gli sarà affidata una striscia prima del Tg2 per ‘affrontare in modo dissacrante, ironico i punti salienti del periodo offrendo spunti di lettura pure eretici tra cronaca, costume, cultura, società, politica’. Chiedo all’amministratore delegato della Rai Sergio, sarà questa l’ironia eretica che dobbiamo aspettarci tutte le sere?”, il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Della stessa idea il segretario di Sinistra Italiana.

Nicola Fratoianni ha spiegato che “non si tratta di un conflitto fra destra e sinistra” e che, in questo caso, “le opinioni politiche non c’entrano, chiediamo di proteggere l’autorevolezza del servizio pubblico radio televisivo da personaggi irrispettosi della dignità delle donne”. La consigliera di Viale Mazzini, Francesca Bria ha spiegato che i contenuti di Facci sono “incompatibili con i valori e le policy del Servizio Pubblico”.

L’indignazione ovviamente, come anticipato si è estesa anche nel mondo della stampa. Infatti poche ore fa è stata pubblicata una nota congiunta dalla commissione delle Pari opportunità della Fnsi, dall’Ordine dei giornalisti, Usigrai e da Giulia Giornaliste, riservandosi di presentare una segnalazione al Consiglio di disciplina dell’Odg di Milano. “Le leggi, le norme deontologiche, il Manifesto di Venezia e prima di tutto il principio di umanità e di rispetto primario verso le persone rendono intollerabile quanto scritto”, si legge.

“Non c’è diritto di critica in un linguaggio di tale violenza che calpesta ogni regola di umana solidarietà e di buon senso e non è schermo il fatto che la denuncia, di questa ragazza, si sia trasformata in un ‘caso politico’, come se questo consentisse l’oltraggio verso la querelante”. Infine, i firmatari, hanno concluso: “non sono i toni ‘dissacranti e ironici’ a turbare, ma la totale insensibilità, su un problema che sconvolge le donne, tutte le donne, con un approccio disposto a violare ogni codice di civile rispetto”. Come finirà?

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